Un bambino come tanti altri è nato più di 2000 anni fa non in un paese di grande e progredita civiltà ma in un angolo quasi sconosciuto della terra. Ed è nato sotto il segno della precarietà come accade ancora ai nostri tempi a molti bambini della terra; una precarietà da condividere con i molti che la subiscono ingiustamente e da testimoniare per tutti coloro, noi cristiani per primi, che cercano sicurezze materiali, riconoscimento, visibilità.
Questo bambino offre un’immagine nuova di vita, una vita diversa nella quale non siamo più abbandonati a un destino inscrutabile.
Gli angeli e i pastori invitano noi tutti a fare un passo, ad andare a vedere, a muoverci con il cuore, ad avere il coraggio, nonostante tutto di metterci in cammino con speranza e con gioia e lasciarci aprire alla salvezza che Dio ci dona e che ci trasforma.
Le chiese membro del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano vorrebbero condividere con tutti voi questo pensiero perché, radicato nel cuore di ognuno, diventi una vera festa e un vero Natale di gioia e perché, come affermava già il Padre della Chiesa Gregorio Nazianzeno nel IV secolo d. C.: “Questa è la nostra festa, questo noi celebriamo oggi: l’avvento di Dio presso gli uomini, affinché a nostra volta noi andiamo presso Dio, o- come è più giusto dire- risaliamo verso di lui, affinché deponiamo l’uomo vecchio ed indossiamo il nuovo”.