Siamo venuti a Gerusalemme e in questa terra travagliata per incontrare chi soffre e paga le conseguenze di un pesante conflitto,chi è provato nella speranza di poterne vedere una soluzione,chi malgrado tutto persevera a cercare ostinatamente vie di pace,chi ama la “città santa” per tre grandi tradizioni religiose.Uomini e donne che qui vivete, da voi veniamo a mani vuote, perché non abbiamo né parole né proposte da suggerire,perché desideriamo
ascoltarvi per comprendere e condividere,per imparare da chi tra voi, pur nella prova, ancora spera.Siamo coscienti che per essere pellegrini di pace dobbiamo prima di tutto purificare i nostri cuori,perché ciascuno e ciascuna di noi porta con sé giudiziche non ci farebbero, con uguale intensità, sentire solidali e vicini all’uno e all’altro dei vostri popoli in conflitto.Vogliamo infatti fare un cammino di pace in mezzo a voi cercando di avere nel cuore gli stessi sentimenti fraterni nei confronti dell’uno e dell’altro dei vostri popoli,rispettando il valore supremo di ogni persona umana e riconoscendo che ci sono ragioni e obiettivi giustinell’una e nell’altra delle cause per le quali combattete.
Condannando ogni forma di violenza e di sopruso e ogni confusione tra vittime e assassini, solidali con chi è nell’angoscia e attende giustizia, vorremmo poterci porre nel mezzo del vostro conflitto stringendo la mano dell’uno e la mano dell’altro e così restare finché non vi stringiate la mano anche tra voi.
Non ne siamo capaci e dovremmo chiedere perdono delle nostre debolezze che non ci permettono di farci carico fino in fondo del vostro conflitto.
Non vi nascondiamo il nostro timore che le politiche in atto siano destinate alla reciproca distruzione. Pensiamo infatti che per una convivenza giusta e pacifica sia necessario volere per l’altro sicurezza e benessere e farsi carico delle ferite e delle paure di cui soffre. Ve lo diciamo sottovoce, quasi in timore e tremore, ma non ci sentiamo spettatori bensì corresponsabili. Ve lo diciamo nel contesto del nostro cammino ecumenico: dopo secoli di conflitti e guerre di religione che hanno lacerato la cristianità e le nostre chiese, da alcuni decenni, stiamo percorrendo insieme un itinerario di dialogo e di riconciliazione, accogliendoci reciprocamente con le nostre differenze e rifiutando intolleranze e fondamentalismi. Proprio a Gerusalemme è visibile il segno delle nostre divisioni, ma siamo testimoni che lo Spirito di Dio opera nelle nostre chiese per trasfigurare la divisione in quell’unità nella diversità che si attua quando in spirito di dialogo ci si ascolta per scoprire e lenire le ferite che sanguinano negli animi. Anche nelle terre del medio oriente le chiese camminano insieme e noi preghiamo perché possano essere a servizio della pace. A Milano i rappresentanti di comunità ecclesialiappartenenti a confessioni cristiane differenti si riuniscono da alcuni anni in un unico Consiglio delle chiese: un fatto un tempo impensabile, reso possibile dallo Spirito di Dio. Se impossibile può oggi apparire la pace a Gerusalemme, noi siamo qui perché crediamo che nulla è impossibile all’unico Dio Creatore e Signore del cielo e della terra. È nel suo stesso nome che gli chiediamo pace per Gerusalemme, pace per il popolo ebraico e per il popolo palestinese, pace per la terra che essi sono chiamati ad abitare insieme. A coloro che aprono finestre e porte al dialogo e allo scambio Dio conceda perseveranza, fortezza e consolazione affinché le nuove generazioni possano sperare un mondo di pace.
An ecumenical journey
of peace to Jerusalem
promoted by the Council
of Christian Churches of Milan
Message of peace
to Israelis and Palestinians from
those participating in the ecumenical journey
CONSIGLIO DELLE CHIESE of peace to Jerusalem (17-24 June 2004)
CRISTIANE DI MILANO
Piazza Fontana 2, I 20122 Milano
Tel. +39.02.8556.303 – Fax +39.02.8556.357