Verso una comune vita eucaristica dei cristiani
Istituti teologici ecumenici in Germania
L’ospitalità eucaristica è possibile
«Noi peroriamo la causa di un’ospitalità eucaristica aperta come regola generale della pratica ecumenica, poiché riteniamo che non esistano più ragioni teologiche sufficienti per rifiutare questo primo passo verso una comune vita eucaristica dei cristiani, là dove il vivere insieme è diventato una realtà normale e naturale».
«Non si può negare quest’ospitalità eucaristica a quei cristiani e a quelle cristiane che, a causa della loro abituale frequentazione ecumenica, si sentono spiritualmente spinti a sedersi insieme ai credenti di altre Chiese alla tavola del Signore… Non essendovi più sufficienti ragioni teologi-che per il rifiuto dell’ospitalità eucaristica, noi sosteniamo la sua possibilità come scelta normale nella vita delle persone che vivono in profonda comunione ecumenica». Questo in sintesi sostiene, e sviluppa in sette tesi con relativa spiegazione e stato della discussione, il documento La comunione alla cena del Signore è possibile. Tesi sull’ospitalità eucaristica, elaborato da tre istituti di ricerca ecumenica, due protestanti e uno cattolico, di area tedesca: il Centre d’études oecumé-niques di Strasburgo, il Konfessionskundliches Institut di Bensheim e l’Institut für ökumenische Forschung di Tubinga. Preparato in vista dell’Ökumenische Kirchentag, l’incontro ecumenico ecclesiale celebrato in Germania il 28.5-1.6.2003, è stato letto con una qualche forzatura in contrapposizione all’enciclica Ecclesia de eucharistia a causa della sovrapposizione delle date di pubblicazione, intorno alla metà di maggio. Cf. Regnoatt. 10,2003,308.
Abendmahlsgemeinschaft ist möglich. Thesen zur eucharistischen Gastfreundschaft, opuscolo, Verlag Otto Lembeck, Frankfurt am Main 2003. Nostra traduzione dal tedesco.
La nostra perorazione
Gli istituti ecumenici della regione sud-ovest della Germania, che collaborano strettamente fra loro, presentano queste Tesi sull’ospitalità eucaristica per dare un nuovo impulso all’urgente discussione ecumenica di una pratica eucaristica comune. Lo fanno per andare incontro alle persone che da molti anni sono impegnate in campo ecumenico e considerano naturale il vivere insieme nelle associazioni, nelle iniziative e nelle comunità che vivono e operano in modo ecumenico. Come istituti affrontiamo soprattutto le questioni riguardanti la vita ecumenica dei cristiani evangelici e cattolici, anche se ovviamente esse sono importanti anche per il dialogo con gli altri cristiani e le altre Chiese.
Le nostre tesi si propongono di documentare e motivare la possibilità, e in molti casi persino l’obbligo, dell’ospitalità eucaristica, nel senso di un invito alle cristiane e ai cristiani di un’altra confessione a sedersi insieme a tavola con Cristo, nonostante le differenze ancora esistenti fra le Chiese a livello di comprensione teologica e di pratica della cena/eucaristia. Non si può negare quest’ospitalità eucaristica a quei cristiani e a quelle cristiane che, a causa della loro abituale frequentazione ecumenica, si sentono spiritualmente spinti a sedersi insieme ai credenti di altre Chiese alla tavola del Signore.
Qui occorre pensare, in particolare, alle coppie e alle famiglie miste, nonché ai membri di circoli e gruppi di lavoro ecumenici, ma anche a situazioni specifiche, come i matrimoni,i battesimi, le cresime e confermazioni o i funerali, ai quali i cristiani partecipano nella Chiesa di un’altra confessione. In realtà, i cristiani impegnati in campo ecumenico considerano ovvio e naturale l’invito a spezzare insieme il pane, quando partecipano in certe occasioni a celebrazioni liturgiche di un’altra Chiesa.Da oltre 25 anni, nel nostro ambiente culturale, molti cristiani attendono con crescente impazienza che le Chiese traggano le conseguenze dei dialoghi ecumenici sull’eucaristia, che hanno dimostrato l’esistenza di ampi consensi o convergenze, e rivedano i loro atteggiamenti difensivi di fronte alla richiesta di un’aperta partecipazione alla cena/eucaristia.
Le nostre tesi mostrano chiaramente che l’attività ecumenica ha raggiunto uno stadio che ha delle conseguenze non solo per i singoli cristiani. Essa consente il passaggio da una mera «pastorale dell’emergenza» a una pratica ufficiale dell’ospitalità eucaristica. Non essendovi più sufficienti ragioni teologiche per il rifiuto dell’ospitalità eucaristica, noi sosteniamo la sua possibilità come scelta normale nella vita delle persone che vivono in profonda comunione ecumenica. Le tesi che seguono presentano sinteticamente le motivazioni della nostra perorazione.