Saluto della Presidente del Consiglio delle Chiese di Milano
di Francesca MELZI D'ERIL
Rivolgo innanzi tutto il saluto del Consiglio delle Chiese Cristiane ai tre relatori qui presenti che ringrazio per avere accettato l’invito che abbiamo loro rivolto di rievocare con noi e per noi i vent’anni dalla prima assemblea ecumenica di Basilea. e ringrazio a nome del Consiglio e dei presenti la Chiesa Valdese per la sua generosa ospitalità questa sera. Questo tempio ha assunto per noi un significato particolare perché proprio qui undici anni or sono, vi fu la solenne cerimonia di costituzione del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano.
Vent’anni sono pochi e sono tanti. Purtroppo molti che furono protagonisti di quell’evento straordinario non ci sono più. Penso al ruolo e alla presenza del patriarca Alessio scomparso da non molto, altri come il cardinale Martini o il cardinale Etchegaray non sono in questo momento nelle condizioni di essere presenti fra noi.
Nel messaggio che ha voluto inviarci il cardinale Martini, dopo essersi rallegrato per questo momento rievocativo, aggiunge:”Per me fu una certificazione della presenza dello Spirito nel cammino ecumenico di base, quello compiuto dalle nostre comunità” e conclude che il ricordo di quei giorni che chiama “benedetti” rimarrà sempre come di un “momento in cui si è sentita la presenza di dio in mezzo a noi “. Lo ringraziamo perché siamo certi che, spiritualmente, egli è questa sera presente fra noi.
Anche il cardinale Roger Etchegaray che a Basilea aveva svolto la relazione dal titolo eloquente La responsabilità cristiana in un periodo di crisi, ricorda sempre con entusiasmo quell’avvenimento e ha voluto scriverci:
“L’assemblea di Basilea è stata un momento straordinario della storia contemporanea della Chiesa . Ne conservo un ricordo sempre vivissimo e il Vostro Consiglio milanese conduce un’opera importantissima nel conservarne e ravvivarne il ricordo. Continuate senza stancarvi poiché il servizio ecumenico esige molta perseveranza, molta preghiera e molta fede. In spirito mi unisco a voi affinché le risoluzioni di Basilea rimangano come una fiamma che illumina e riscalda il nostro cammino verso l’unità visibile della Chiesa del Signore risuscitato.”
Desidero ora presentarvi subito gli oratori che sono con me e con voi questa sera e che rappresentano l’area ortodossa, quella evangelica, e quella cattolica.
Il Metropolita Athanasios di Acaia attualmente a Bruxelles, già presente in molteplici riunioni ecumeniche italiane (e ricordo che un suo intervento a Chianciano lo scorso anno si trova negli Atti del SAE di recente pubblicazione) dopo essersi laureato all’Università di Atene in Studi Bizantini e successivamente in teologia presso la stessa Università, ottenne a Roma la Licenza in sacra Teologia presso l’Istituto Orientale . Trascorse poi un periodo di studio a Parigi sia alla Sorbonne sia all’Insitut catholique e successivamente ottenne un dottorato presso l’Università di Oxford. Dal 1994 al 1997 è stato docente presso l’Istituto Ecumenico di Bossey. Nel 1997 fu uno dei primi professori presso l’Istituto di Chambésy, Ginevra. Nel 1998 ha rappresentato la Chiesa di Grecia all’Assemblea di Harare. Consacrato vescovo nel 2000. ha poi partecipato ai dialoghi ortodosso-.anglicani; è stato uno dei membri della prima delegazione della Chiesa Greca presso il Vaticano. E’attualmente membro del Comitato centrale del Consiglio delle Chiese europee. Numerose le sue pubblicazioni.
Il dott. Luigi Sandri, giornalista, già corrispondente dell’ANSA a Mosca poi a Tel Aviv, collabora attualmente a diverse testate giornalistiche, varicanista , corrispondente di “Ecumenical News International” e di “Confronti”
Autore di parecchi libri fra i quali ‘Gerusalemme lacerata’ e, più recente, ‘Cronache del futuro’, romanzo ambientato nella cristianità del XXII secolo sotto il Papa Zefirino II.
Luca Negro, Pastore della Chiesa Battista, attualmente presso la KEK a Ginevra ricopre la carica di Segretario per le Comunicazioni . Luca Negro è stato redattore della Rivista ‘Com.Nuovi Tempi,’ primo Direttore di “Confronti”, Direttore del NEV e Segretario della Federazione delle Chiese Evangeliche.
Sia il cardinale Martini che il cardinale Etchegaray, come altri, hanno definito l’evento di Basilea: “un evento senza precedenti”, sottolineando in modo particolare la presenza e l’azione dello Spirito.
Mi sono chiesta quale fosse la sostanza di questa espressioni, a quale realtà richiamassero, che cosa quella pentecoste dello spirito ci ha indicato allora e ci indica oggi.
Non siamo qui per rifare la storia di Basilea: si è trattato della prima Assemblea Ecumenica Europea, ci fu un grande coinvolgimento di chiese e di popolo, per la prima volta delegati di tutte le Chiese di Europa, venendo dall’Est e dall’Ovest, dal Sud e dal Nord al di là di ogni frontiera politica e confessionale, sono stati concordi sul fatto che i legami che ci uniscono in Cristo sono più forti delle ferite e delle divisioni; e i lavori si svolsero sotto la guida delle parole del Salmista “Giustizia e pace si sono abbracciate.”
Il punto 3 del Messaggio finale (che fu approvato con il 95, 4% dei voti) inizia con questo interrogativo: “ Cosa dice il Vangelo in quest’ora a noi cristiani d’Europa?”.
Basilea non era una riflessione per un gruppo di persone scelte ma per tutti i cristiani.
Ecco, rileggendo i documenti dell’Assemblea di Basilea mi ha colpito soprattutto il fatto che tutti i problemi degli uomini e della terra che vengono presi in esame sono ancora oggi i più drammatici quelli che ci interpellano drammaticamente, quelli che riguardano proprio tutti. Gli stessi ma aggravati, come previsto. Mi ha colpito la decisa condanna della guerra e delle armi e viene da chiedersi se negli anni che seguirono Basilea di fronte alle guerre e alla violenza i cristiani abbiano avuto nelle loro posizioni o documenti una condanna tanto chiara e una posizione tanto precisa.
Vorrei anche ricordare lo spazio che le relazioni e il documento finale aveva riservato alla donna.
L’assemblea si era dichiarata “parte di un processo”. Verrebbe da chiedersi se questo processo ha avuto modo di svilupparsi, di attuarsii. Si parlava di “ processo di ricezione.” I punti interrogativi sono numerosi e non tocca a me anticipare la riflessione che verrà condotta stassera.
Certo il fatto che noi siamo qui, che esista un Consiglio delle Chiese Cristiane che sia andata formandosi una Charta Ecumenica che all’Assemblea di Basilea abbia fatto seguito quella di Graz e quella di Sibiu si iscrive certo nello sforzo di rispondere alla famosa domanda. “Cosa dice il Vangelo in quest’ora a noi cristiani d’Europa ?”. Graz e Sibiu hanno rappresentato due tappe importanti e ho il piacere di annunciare e presentare proprio oggi a vent’anni dall’evento di Basilea, un contributo appena uscito a cura di Paolo Colombo ‘Prospettive ecumeniche dopo l’Assemblea di Sibu’, un libro in cui trovano posto autorevoli contributi fra i quali uno proprio di Luca Negro, qui presente, che ci aiuta a metabolizzare quanto è stato detto, annunciato a Sibiu e a farne una traduzione.
Al termine di queste Assemblee viene sempre fatto di chiedersi e adesso? Come cogliere le “prospettive” che si aprono? I contributi di questo libretto sono estremamente stimolanti in questo senso e ne ringraziamo gli autori e il curatore.
Gli ospiti di questa sera ci aiuteranno dunque a capire la portata di questa Pentecoste di Basilea , a rievocarla, vent’anni dopo, soprattutto in quel processo di metanoia, di conversione della nostra ottica per affrontare le sfide del nostro tempo perché è all’interno di esse che si misura la nostra testimonianza cristiana, consapevoli di quanto ci dice la Parola di Dio:
“Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e voi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra.” (Atti, 1, 8)